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Ricercatore

Silvia Luraschi

Macro ambito di ricerca

Studi pedagogici

Progetto di

Laura Formenti, Università degli Studi di Milano-Bicocca

  • Sinossi
  • Outcomes
  • Timeline
  • Gruppo di ricerca
  • I giovani migranti ospitati in un certo territorio appaiono come “soggetti inaspettati” agli altri e a se stessi. Si muovono, prendono i mezzi, cercano luoghi dove sostare o intrecciare relazioni. L’esperienza migratoria, si dice, è un evento formativo per la persona e per i sistemi con cui si relaziona. Ma il disorientamento spaziale, esistenziale, relazionale, informativo necessita di forme di accompagnamento adeguate. Di contro, il sistema di accoglienza è complesso e frammentato, centrato su una logica emergenziale.

    Il progetto valorizza la dimensione trasformativa dell’abitare i territori, del vivere lo spazio dentro e fuori i centri di accoglienza: un processo di apprendimento informale, che avviene nell’esperienza quotidiana. I movimenti dei giovani migranti collocati in strutture di prima e seconda accoglienza svelano vissuti e rappresentazioni, in relazione alle pratiche, ai contesti e all’organizzazione dei percorsi di accoglienza e, a livello sociale, alle situazioni concrete che rendono visibili i migranti e ingaggiano i cittadini nella creazione di spazi potenziali di dialogo e di convivenza generativa.

    Ci si chiede: quali esperienze possono sottrarre un giovane straniero al cliché della vulnerabilità – o peggio, della pericolosità – e attivare risorse di speranza, coraggio e resilienza? Quali modi di abitare lo spazio promuovono riconoscimento e dialogo tra migranti e autoctoni? Come generare riflessività e consapevolezza per dare un senso positivo e trasformativo all’esperienza migratoria?

    Nell’intervento educativo si usano parole come accoglienza, percorso, senso, ma in un contesto di convivenza forzata, incertezza e attesa prolungata non c’è un luogo in cui stare o verso cui andare. Il centro di accoglienza è un luogo chiuso, connotato da storie saturate; il rapporto tra dentro e fuori è cruciale, anche per chi abita nel territorio e vive la presenza di questi soggetti in modi diversi e contraddittori, oggi sempre più connotati da paura e rifiuto.

  • Outcomes

    Il progetto offre visibilità e voce ai soggetti migranti, interrogandosi su come si muovono, cosa sentono e vedono, ma anche su cosa vedono operatori e cittadini. Mette in luce diversi modelli di relazione con il territorio (in aree urbane, suburbane e montane) e le esperienze di appartenenza e convivenza generativa che possono nascerne. La metodologia è di per sé trasformativa: crea processi di riconoscimento e ascolto, produce dati qualitativi che consentono di superare generalizzazioni e cliché. Fine ultimo è offrire una buona teoria/pratica d’intervento basata sulla conoscenza dei luoghi, delle persone, dei modi d’uso dello spazio e del tempo, delle esperienze positive, senza negare il conflitto, per generare nuove modalità di convivenza. Beneficiari del progetto sono i partecipanti (testimonianza, riflessività), gli operatori (sensibilizzazione, formazione), gli enti gestori (modelli operativi sensibili, oltre gli obblighi di legge), la comunità più ampia (eventi di disseminazione).

  • Timeline

    Fase 1 (ottobre – novembre 2018): progettazione finale delle procedure di ricerca e degli strumenti di misurazione.

    Fase 2 (gennaio – luglio 2019): laboratori narrativo-riflessivi con migranti; disegno mappe e narrazione dei percorsi; sensobiographic walks; analisi dati e costruzione questionario. Prodotti: rapporto intermedio, paper/simposio (ESREA Life History and Biography Network, 03/2019), articolo per operatori. Presentazione del progetto nel Consorzio e territori interessati.

    Fase 3 (settembre – dicembre 2019): somministrazione questionario, cooperative inquiry con operatori e costruzione linee guida per l’intervento; analisi questionari e integrazione tra dati qualitativi e quantitativi. Prodotti: rapporto finale, paper per conferenza scientifica internazionale (ESREA Network “Migration, Transnationalism and Racisms”); submission in rivista Open Access; articolo per operatori.

    Fase 4 (gennaio – marzo 2020): scrittura, seminario nazionale per operatori ed enti; evento/i a livello locale con migranti, cittadini, operatori e stakeholders.

  • Laura Formenti (Supervisor), PhD, professore ordinario di Pedagogia generale e sociale, coordina il Dottorato “Educazione nella Società Contemporanea”, DISUF, Università Milano Bicocca, fa ricerca nell’ambito dell’educazione degli adulti sui processi di apprendimento, orientamento e trasformazione nei contesti, coniugando dimensioni micro (individuali), meso (relazionali, educative) e macro (sociali). Presidente della European Society for Research on the Education of Adults, è convenor del Life History and Biography Network e ha una fitta attività internazionale in Europa, Sud e Nord America e Corea del Sud. Con il progetto “Divenire adulti in contesti di vulnerabilità sociale: il caso dei care leavers” (2016/18) sulle esperienze post-istituzionalizzazione di giovani adulti ha ricevuto nel luglio 2017 il Jan Martin Award SCUTREA “for the paper that makes the most significant contribution to social justice”.

    Silvia Luraschi (Research Fellow), Dottore di ricerca in Scienze della Formazione e Comunicazione, è pedagogista e insegnante del Metodo Feldenkrais. Si occupa di formazione e ricerca con particolare riferimento alle dimensioni dell’apprendimento corporeo e della riflessività, lette sullo sfondo delle teorie della complessità. È membro del gruppo FROGS, Formazione e Ricerca sull’Orientamento nei Gruppi e nei Sistemi del Dipartimento di Scienze Umane dell’Università di Milano Bicocca. I suoi interessi di ricerca includono l’apprendimento trasformativo, le storie di vita in contesti di vulnerabilità, le metodologie post-qualitative (partecipative, sensobiografiche e duoetnografiche) e le questioni di genere.

    Guido Veronese, professore associato di Psicologia Clinica, esperto di metodi quali-quantitativi nella ricerca sulla migrazione, studia benessere, resilienza e sistemi di significato in contesti multiculturali, di guerra e di violenza.

    Claudia Baracchi, professore associato di Filosofa Morale e Filosofia della relazione e del dialogo, esperta di analisi biografica a orientamento filosofico, studia i fenomeni del riconoscimento e del rispecchiamento.

    Ivano Gamelli, professore associato di Pedagogia del Corpo, studia i processi legati alla sensorialità, al movimento e all’uso dello spazio.

    Monica Guerra, ricercatore e docente di Didattica e Pedagogia speciale, studia nodi teorici, dimensioni metodologiche e competenze chiave nell’Outdoor Education.

    Andrea Galimberti, ricercatore, esperto di Pedagogia del lavoro, lavora alla revisione delle pratiche nelle comunità residenziali per un superamento del discorso della vulnerabilità.

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